Gentile Redazione
Ringraziamo il sindaco Variati per l’attenzione che ha voluto prestare alla nostra lettera. Possiamo quindi ritenere che sulla questione degli interventi previsti per la cosiddetta TAV si possa aprire nei prossimi mesi un dibattito costruttivo, così come lo stesso sindaco auspica. Conseguentemente ci aspettiamo che sia l’amministrazione cittadina ad offrire spazi e modi per allargare il dibattito, anche indicando ai cittadini quali siano le scadenze che ci attendono, prima di dare seguito ai lavori.
Ci piacerebbe a questo punto fare delle osservazioni tecniche su quanto espresso dal sindaco nella sua risposta:
1 – Quadruplicamento dei binari: nella sua lettera il sindaco parla di specializzazione delle coppie di binari (2 per treni veloci e 2 per treni regionali). In questo modo tuttavia si perderebbe qualsiasi possibilità di sviluppo ed ottimizzazione del traffico, locale e veloce, cosa che invece si otterrebbe dall’interscambio dei binari.
Inoltre tale funzione di interscambio è espressamente richiesta al punto 8 della delibera di approvazione dello studio di fattibilità approvata dal consiglio.
Avremmo qui bisogno di un primo chiarimento: dobbiamo fare riferimento alla lettera o alla delibera?
2 – Risorse: il sindaco afferma che le risorse economiche destinate alla realizzazione della cosiddetta TAV non possono essere utilizzate anche per lo sviluppo ferroviario regionale. Andando a vedere il progetto, però, si scopre che tali risorse possono essere utilizzate per costruire nuove strade, tunnel, filobus, parcheggi e addirittura per risolvere il dissesto idrogeologico di Vicenza.
Noi abbiamo l’impressione che nel progetto i fondi siano stati interpretati come pretesto per costruire tante infrastrutture e pochi servizi, mentre a noi piacerebbe il contrario (più servizi, meno cemento).
3 – Stazione in fiera e bacino di utenza: nella lettera viene giustificato lo spostamento della stazione principale in Zona Fiera per allargare il bacino di utenza a più comuni. L’esistenza effettiva di questo bacino di utenza è tutta da dimostrare e non esistono seri studi previsionali a supporto di quello che allo stato attuale rappresenta solo un auspicio da parte di RTI. Proprio nel convegno organizzato dall’ordine degli architetti e dall’INU, citato da Variati, è stato messo in evidenza il totale fallimento di una operazione simile (spostamento della stazione in uno svincolo autostradale) effettuata a Reggio Emilia. La nostra associazione è invece convinta che il bacino di utenza, già consistente e garantito dalla conservazione della stazione di viale Roma, potrebbe essere sensibilmente aumentato da una rete metropolitana di superficie che prevede stazioni leggere a basso impatto ambientale, fra le quali anche una a Creazzo / Fiera.
4 – Trasparenza e controllo: la pubblicazione dello studio di fattibilità sul sito del comune è un atto dovuto al quale l’amministrazione non può sottrarsi.
Dobbiamo osservare tuttavia che mancano informazioni fondamentali sui tempi e modi di attuazione e inoltre mancano le revisioni dovute ai ripensamenti dell’amministrazione, prima sul tunnel autostradale, poi sul tunnel scolmatore.